Un’altra grafica dedicata all’indimenticabile Ragionier Fantozzzi.
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Ho scelto una sua indimenticabile immagine, in vestaglia e canottiera seduto sulla sua inseparabile poltrona, davanti all tv prima della partita dell’Italia, con la celebre frase: Poltrona, tavolinetto apparecchiato… Rutto libero!
Il primo film, Fantozzi, esce nel 1975 tratto dai primi due libri del personaggio e diretto da Luciano Salce.
Nei decenni seguenti sopravvive la leggenda secondo cui, inizialmente, Villaggio si era deciso a interpretare il personaggio da lui stesso creato solo dopo i rifiuti di colleghi al tempo già affermati, quali Ugo Tognazzi e l’allora emergente Renato Pozzetto.
Una versione dei fatti a lungo avallata in prima persona dallo stesso Villaggio, ma infine da lui smentita e motivata con il mero intento di aumentare l’interesse attorno al progetto e al suo interprete principale.
Il film ha un grande successo, tanto da dar vita a una delle saghe più longeve del cinema italiano: seguiranno infatti altri nove episodi: il secondo diretto ancora da Salce, dal terzo al nono da Neri Parenti e l’ultimo, Fantozzi 2000 – La clonazione, da Domenico Saverni.
Secondo molti critici, i migliori di questi film restano i primi due, entrambi diretti da Luciano Salce, seguiti dal terzo, dal quarto e dall’ottavo episodio, questi ultimi girati da Neri Parenti. L’elevata qualità di queste opere, coronate entrambe dal successo, non è da attribuire solo al valore simbolico e sociale che rappresentano, ma anche e soprattutto alla qualità della tecnica umoristica ivi presente.
Specialmente nei primi capitoli, infatti, il canovaccio si avvale di un’incredibile varietà stilistica nell’esercizio della comicità: dall’umorismo verbale, rappresentato dalle aberranti coniugazioni dei verbi (l’esempio più noto è la continua storpiatura del congiuntivo presente “vada” in “vadi”), dai titoli parodistici e denigratori (“Rag. Gran. Figl. di. Putt.”) raffigurazioni delle ipocrisie spesso insite in certi ambienti, che Villaggio aveva imparato a conoscere, frequentati da figure teoricamente istruite ma in realtà barbare e ignoranti.
Non mancano inoltre le iperboli lessicali (ad esempio i “92 minuti di applausi” o i “pomodorini a 18000 gradi” da Il secondo tragico Fantozzi) e i sarcasmi (ad esempio “Fantozzi vide la verità e si turbò leggermente, o meglio, s’incazzò come una bestia!”, da Fantozzi); si ricorre poi alla comicità grafica, per l’epoca innovativa, come gli effetti delle ustioni date dagli asciugamani roventi della moglie o gli uragani e le valanghe come effetto di potentissimi e memorabili rutti.
C’è anche la classica comicità di natura fisica, che vede il corpo di Fantozzi soggetto alle peggiori umiliazioni possibili: malmenato dai bulli, sparato con un cannone dall’ispettore del lavoro, impalato sulla bici senza sellino (In sella… alla bersagliera!), affogato con la faccia nella torta di panna o nella polenta ed usato come parafulmine; ci sono poi escursioni nella parodia e nella satira, come nell’episodio della corazzata Kotiomkin (di cui gli impiegati riproducono le scene più importanti) o in quello delle elezioni politiche, dove si utilizza prima la retorica, doppiando i discorsi dei candidati al parlamento, e poi la simbologia (la cabina elettorale come vespasiano).
Fra gli altri attori celebri che hanno partecipato alla serie ci sono Milena Vukotic e Liù Bosisio nella parte della moglie Pina, Anna Mazzamauro in quella della signorina Silvani, Gigi Reder nei panni del ragionier Filini, Giuseppe Anatrelli nel ruolo del geometra Calboni e Plinio Fernando opportunamente truccato per interpretare la mostruosa figlia di Fantozzi, Mariangela.
Fernando collaborò con la compagnia di Villaggio fino ai primi anni 1990 circa.
Dal 1980 in poi Paolo Villaggio firmerà un contratto con il regista Neri Parenti per continuare a girare altri film su Fantozzi.
Paolo Villaggio, sarà sempre attivo sia al cinema che al teatro, fino alla sua scomparsa a Roma il 3 Luglio 2017.