Steve McQueen

    T-shirt tinta unita

    COLORI TINTA UNITA: 100% cotone Organico, prelavato, ring-spun e pettinato, superficie liscia e morbida per risultati di stampa perfetti, girocollo sottile a costine, fettuccia sul collo, tubolare, vestibilità regolare , peso 150 gr.

    COLORI MELANGE : 97% cotone pettinato ringspun 3% poliestere, soffice al tatto, struttura con busto tubolare, vestibilità modern fit, girocollo in costina 1x1, peso 150 gr.

    Caratteristiche:

    100% cotone pettinato ringspun, soffice al tatto, struttura con busto tubolare, vestibilità slim fit, girocollo in costina 1x1, peso 150 gr.

    posizione della grafica:

    L’immagine riportata, raffigura esclusivamente la dimensione e posizionamento della grafica sulla t-shirt, senza fare riferimento al colore da Voi scelto.

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Descrizione

Altra t-shirt dedicata a Steve McQueen, in una delle sue passioni, la motocicletta.

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Steve McQueen esordì nel mondo del cinema con un piccolo ruolo nel film Lassù qualcuno mi ama (1956), ma il suo primo film da protagonista fu Fluido mortale (1958).

La sua prima grande interpretazione può essere considerata quella del cowboy Vin nel western I magnifici sette (1960).

L’anno successivo fu la volta del film bellico L’inferno è per gli eroi (1961) di Don Siegel, in cui ritrovò James Coburn, con il quale aveva già lavorato ne I magnifici sette.

La definitiva consacrazione per McQueen giunse grazie al kolossal La grande fuga (1963).

Nel 1965 il regista Norman Jewison lo scritturò per Cincinnati Kid (1965), dove interpretò il ruolo del giocatore di poker Eric Stoner.

Nel 1966, diretto da Robert Wise nel film Quelli della San Pablo, McQueen ottenne la sua prima e unica candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista, senza riuscire a vincerlo.

Norman Jewison tornerà a dirigere McQueen nell’elegante Il caso Thomas Crown (1968), affiancandolo a Faye Dunaway.

Nello stesso anno l’attore venne diretto da Peter Yates nel poliziesco Bullitt.

Nella prima metà degli anni settanta McQueen consolidò la propria fama con un ruolo da protagonista e regista nel western moderno L’ultimo buscadero e Getaway!

L’anno successivo fu la volta di Papillon (1973), pellicola avventurosa di ambiente carcerario, diretta dal regista Franklin J. Schaffner.

Il personaggio di Henri Charrière, un galeotto realmente esistito, viene considerata da molti l’interpretazione fisicamente ed esteticamente migliore e più impegnativa di McQueen.

L’anno dopo John Guillermin lo diresse in un ambizioso progetto di genere catastrofico, il kolossal L’inferno di cristallo (1974), accanto a Paul Newman e a William Holden.

McQueen è ricordato, oltre che per il talento recitativo, anche per la sua passione per le corse, motociclistiche e automobilistiche.

Quando ne aveva la possibilità, amava fare a meno di controfigure e appariva egli stesso nelle scene che solitamente venivano affidate agli stuntman.

Le più famose scene motoristiche vennero girate per il film Bullitt e nella sequenza della cattura finale di Hilts ne La grande fuga.

McQueen cerca di raggiungere la Svizzera a bordo di una motocicletta Triumph TR6 Trophy mascherata come se fosse una BMW bellica.

Soltanto la scena dell’ultimo salto sul filo spinato fu eseguita dallo stuntman Bud Ekins.

McQueen aveva voluto provare la scena una prima volta, ma finì con una caduta e la produzione, per non rischiare un infortunio, impose alla star di punta di non riprovarci.

In tutte le altre scene di inseguimento non vi fu mai il bisogno effettivo di uno stuntman.

Nella seconda metà degli anni settanta la carriera dell’attore entrò in una fase di declino.

La sua ultima apparizione sul grande schermo, prima della sua prematura scomparsa, fu nel film Il cacciatore di taglie (1980).

Nel 1979 gli venne diagnosticato un tumore associato all’esposizione all’amianto, materiale spesso sui set dei film.

Il 7 Novembre 1980 morì in una clinica messicana , accanto all’ultima moglie e all’istruttore di volo e amico Sammy Mason.

Fu cremato e le ceneri furono disperse nell’oceano Pacifico.