Gianni Agnelli

    T-shirt tinta unita

    COLORI TINTA UNITA: 100% cotone Organico, prelavato, ring-spun e pettinato, superficie liscia e morbida per risultati di stampa perfetti, girocollo sottile a costine, fettuccia sul collo, tubolare, vestibilità regolare , peso 150 gr.

    COLORI MELANGE : 97% cotone pettinato ringspun 3% poliestere, soffice al tatto, struttura con busto tubolare, vestibilità modern fit, girocollo in costina 1x1, peso 150 gr.

    Caratteristiche:

    100% cotone pettinato ringspun, soffice al tatto, struttura con busto tubolare, vestibilità slim fit, girocollo in costina 1x1, peso 150 gr.

    posizione della grafica:

    L’immagine riportata, raffigura esclusivamente la dimensione e posizionamento della grafica sulla t-shirt, senza fare riferimento al colore da Voi scelto.

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Descrizione

Una t-shirt dedicata al mitico Avvocato, Gianni Agnelli.

Vuoi una t-shirt con grafica esclusiva di Gianni Agnelli? Ordinala nel colore e taglia che vuoi!

Ho creato una grafica utilizzando una sua immagine, unita ad una delle frasi dell’Avvocato, più famoso nella storia d’Italia.

Ricordato da tutti come uomo di successo, nonchè simbolo di classe e stile, uno tra questi, l’orologio indossato sopra il polsino della camicia.

Giovanni Agnelli detto Gianni, meglio conosciuto come l‘Avvocato, per molti anni il vero e proprio emblema del capitalismo italiano, nasce a Torino il 12 marzo 1921.

I genitori lo chiamano con il nome del suo mitico nonno, il fondatore della Fiat, quella “Fabbrica Italiana Automobili Torino” che lo stesso Gianni porterà ai suoi massimi fulgori dopo gli anni passati come apprendistato, iniziando come vicepresidente.

Grazie al boom economico e al rapido sviluppo, poi, gli italiani poterono permettersi i prodotti sfornati dalla casa torinese, che vanno da celebri scooter come la Lambretta ad altrettanto indimenticate autovetture come la Seicento, facendo della Fiat un marchio diffusissimo.

L’entrata di Gianni Agnelli nella stanza dei bottoni, quella che gli conferirà il potere assoluto, è datata 1966, quando gli viene finalmente conferito l’incarico di Presidente. Da quel momento in poi per molti, Agnelli è stato il vero monarca italiano, quello che nell’immaginario collettivo ha fatto le veci della famiglia reale esiliata da un decreto costituzionale.

La conduzione Agnelli non si rivelerà per nulla facile.

Anzi, a differenza dei suoi predecessori, l’Avvocato si troverà ad affrontare quello che forse è stato il momento più difficile in assoluto per il capitalismo italiano, quello contrassegnato dalla contestazione studentesca prima e delle lotte operaie poi, fomentate e incentivate in modo virulento dall’esplosione rivoluzionaria.

Sono gli anni in cui si susseguono i cosiddetti “autunni caldi”, un ribollire di scioperi e di picchetti che mettono in grave difficoltà la produzione industriale e la competitività della Fiat.

Agnelli, però, ha dalla sua parte un carattere forte e comprensivo, tendente alla mediazione delle parte sociali e alla ricomposizione delle contraddizioni: tutti elementi che gli permettono una gestione lungimirante e ottimale delle contestazioni, evitando di esasperare gli scontri.

La scelta, al momento, risulta vincente e gli anni ’80 si rivelano fra i più riusciti di tutta la storia aziendale.

Agnelli si consolida sempre di più come il re virtuale d’Italia.

I suo vezzi, i suoi nobili tic vengono assunti come modelli di stile, come garanzia di raffinatezza: a cominciare dal celebre orologio sopra il polsino, fino all’imitatissima erre moscia e alle scarpe scamosciate.

Intervistato dalle riviste di mezzo mondo, si può permettere giudizi taglienti, a volte solo affettuosamente ironici, su tutti, dai politici in carica, agli amati giocatori dell’altrettanto amata Juventus, la passione parallela di una vita; squadra di cui, curiosamente, ha l’abitudine di guardare prevalentemente un solo tempo, il primo.

Nel 1991 è nominato senatore a vita, mentre, nel 1996 passa la mano a Cesare Romiti (rimasto in carica fino al 1999).

È poi la volta di Paolo Fresco presidente e del ventiduenne nipote John Elkann, consigliere d’amministrazione, succeduto all’altro nipote, Giovannino scomparso prematuramente in modo drammatico per un tumore al cervello.

Brillante e assai capace, doveva essere lui la futura guida dell’impero Fiat.

La sua morte ha sconvolto non poco non solo lo stesso Avvocato, ma tutti i piani di successione dell’immensa azienda familiare.

In seguito, un altro grave lutto colpirà il già provato Avvocato, il suicidio del quarantaseienne figlio Edoardo, vittima di un dramma personale in cui forse si mescolano crisi esistenziali e difficoltà a riconoscersi come un Agnelli a tutti gli affetti, con gli onori ma anche gli oneri che questo comporta.

Il 24 Gennaio 2003 Gianni Agnelli, dopo una lunga malattia si spegne.